Perché il Self Publishing è una cosa seria - Libroza
4099
post-template-default,single,single-post,postid-4099,single-format-standard,bridge-core-2.1.2,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1200,qode-content-sidebar-responsive,transparent_content,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-13.1.2,qode-theme-bridge,qode_advanced_footer_responsive_1000,wpb-js-composer js-comp-ver-6.1,vc_responsive

Perché il Self Publishing è una cosa seria

il self publishing è una cosa seria

Home > Perché il Self Publishing è una cosa seria 

Molto spesso hai letto su queste pagine quanto per me sia importante la qualità nel processo di Self Publishing.

L’ho detto e ripetuto in più occasioni e oggi voglio ribadirlo in questo video in cui spiego quali sono le differenze tra editoria tradizionale e autopubblicazione e come deve essere inteso il ruolo dell’autore self.

Ascolta questo episodio in Podcast su iTunesSpreaker

Pubblicare con una casa editrice, infatti, significa superare il filtro di una selezione iniziale e far passare il proprio libro tra le mani di molti professionisti della filiera editoriale. Questo in genere garantisce qualità nella produzione proprio perché c’è chi decide cosa vale la pena pubblicare e cosa no e perché ci sono molti professionisti che lavorano sul testo per renderlo un prodotto valido.

Un autore self deve comportarsi come editore di se stesso e curare il proprio prodotto editoriale in modo che sia di qualità professionale, senza tuttavia dover sottostare alle limitazioni imposte da un editore.

Il punto centrale da considerare è che tutti i libri, self e non, si rivolgono allo stesso pubblico.

Per questo un autore self è avvantaggiato: fare Self Publishing significa rivolgersi allo stesso pubblico al quale si rivolgono le case editrici, ma con la libertà di proporre la propria opera in tempi brevi, mantenendone il controllo in tutte le fasi e tenendo per sé tutti i profitti.

Questo vantaggio implica però anche una grande responsabilità.

Un autore indipendente, infatti, è responsabile verso se stesso perché tutte le fasi del processo che porta un libro dalla scrittura alla pubblicazione alla promozione e al successo stanno nelle sue mani: se lui non fa nulla non accade nulla.

Ma un autore indipendente è responsabile anche nei confronti dei lettori, perché se vuole che qualcuno “investa” in lui comprando e leggendo il suo libro deve assolutamente offrirgli un prodotto di qualità.

Non c’è alternativa.

L’ho detto tante volte e lo ripeto: non esiste un Self Publishing di successo se non è un Self Publishing di qualità.

Non esiste un Self Publishing di successo se non è un Self Publishing di qualità.

Perché?

Semplice: perché il Self Publishing è una cosa seria.

Guarda il video >>>

Ora che ho finito, ti chiedo un piccolo favore.
Se questo articolo ti è piaciuto, che ne dici di condividerlo?

Con un semplice click dimostrerai di apprezzare il mio lavoro e mi farai felice! 🙂

Se invece hai qualche domanda o vuoi esprimere il tuo punto di vista, scrivimi nei commenti qui sotto. Non vedo l'ora di leggerti!

Risorse Utili

6 Comments
  • Michele Amitrani
    Posted at 03:01h, 14 Aprile

    Molto interessante, come al solito. Ben detto e ben fatto, Carmen. Way to go! 😀

    • Libroza
      Posted at 03:11h, 14 Aprile

      Grazie Michele! A presto.

  • Dario Galimberti
    Posted at 13:10h, 24 Luglio

    Seppure un autore possa seguire tutti gli utili consigli di serietà immaginabili, in una pubblicazione self-publisching non vi è nessun filtro professionale – sia per l’autore sia per il lettore – che in qualche modo stabilisca la validità dell’opera (o almeno la sufficienza). È pur vero che casi di successo possono dimostrare altro, ma è anche pur vero che un autore dovrebbe avere la necessità di sapere se ha scritto qualcosa di decente. Ora, escludendo l’autovalutazione e il giudizio poco obiettivo degli amici e parenti, ci vorrebbe una strategia, nella logica del self che possa convalidare l’opera.
    Complimenti ber il suo sito e per gli ottimi consigli.
    Dario Galimberti

    • Libroza
      Posted at 15:24h, 24 Luglio

      Ciao Dario, grazie per i complimenti e per essere passato di qua.
      Concordo con te che il rischio maggiore nel Self Publishing è l’autoreferenzialità. Per questo, come dici tu, ogni autore dovrebbe cercare il confronto con esperti del settore e non accontentarsi dell’opinione di amici e parenti.
      In questo senso, la strategia che io consiglio sempre è articolata in due fasi: prima della pubblicazione è necessario farsi leggere/valutare da un editor professionista e rimboccarsi le maniche per portare il testo alla sua forma migliore; dopo la pubblicazione, invece, è necessario cercare blogger/giornalisti per ricevere recensioni oneste e distaccate che mai potrebbero venire da un amico che ci conosce, anche se esperto.
      Un altro metodo per far leggere la propria opera e ottenere riscontri sulla sua validità è quello di partecipare ai concorsi letterari, le cui giurie sono composte da lettori “forti” e appassionati, oppure di candidare il proprio libro per l’inserimento in vetrine come quella offerta da Extravergine d’Autore (https://www.extraverginedautore.it/), un sito che per l’appunto seleziona libri self di qualità.
      Nulla, infatti, può avvalorare la qualità di un testo quanto il giudizio di un pubblico competente e obiettivo.
      Ma qui, forse, si apre un’altra questione: quanti autori hanno l’umiltà di accettare giudizi esterni sul proprio testo, mettendo in discussione le proprie convinzioni sul valore di ciò che hanno scritto?

  • Giorgio Seropian
    Posted at 15:33h, 21 Aprile

    Debbo convenire che la lettura è interessante e fornisce le indicazioni di base per il self publishing. Quanto alle risposte date a Dario Galimberti perdona ma mi sembrano poco aderenti alla realtà..
    1. Le edizioni per chi non ha un nome consolidato nell’ambiente letterario sono generalmente a pagamento per ovvi motivi economici e di conseguenza viene pubblicato tutto, con la differenza che i più seri seguono con maggiore attenzione l’editing. Questi libri sono generalmente corredati da una prefazione/introduzione dei direttore/manager che di conseguenza si guarderà bene dall’affossarla e cercherà con terminologie altisonanti di “dire senza dire”.
    2.Le recensioni sono generalmente a pagamento o con sottoscrizione di abbonamento, di conseguenza ….. Invece le riviste più serie in genere non recensiscono sconosciuti (salvo essere un Raffaello-scrittore) a meno di essere presentati da un membro autorevole dello staff, che però in questo modo si espone e di conseguenza prima di farlo ci pensa 100.volte.
    3. Quanto ai concorsi letterari le giurie sono spesso composte da attempati insegnanti, nel migliore dei casi di scuola media superiore, da qualche membro della provincia, del comune, ecc. con l’intento di farsi pubblicità e di raggranellare voti per le prossime elezioni; dai segretari con diritto di voto che hanno in genere poco a che vedere con la letteratura, e dal nome molto noto, che però è solo uno specchietto per le allodole e in genere non legge neppure le opere dei partecipanti.
    Il mio consiglio è di contattare un bravo e serio critico, conosciuto nell’ambiente e chiedergli un giudizio, una recensione o una prefazione a pagamento: questo per due motivi, primo perché tutti lavorano per vivere, secondo perché se non ritiene valido ciò che gli viene sottoposto molto difficilmente impegnerà il suo nome e la sua credibilità per uno sconosciuto che reputa di scarso valore..

    • Libroza
      Posted at 14:17h, 27 Aprile

      Evidentemente la realtà che conosci tu è molto diversa da quella che conosco io 😉