Le 6 tappe della scrittura - Libroza
3950
post-template-default,single,single-post,postid-3950,single-format-standard,bridge-core-2.1.2,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1200,qode-content-sidebar-responsive,transparent_content,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-13.1.2,qode-theme-bridge,qode_advanced_footer_responsive_1000,wpb-js-composer js-comp-ver-6.1,vc_responsive

Le 6 tappe della scrittura

Le 6 tappe della scrittura

Home > Le 6 tappe della scrittura

Proprio due giorni fa il mio amico Giorgio ha finalmente ricevuto la prima copia del suo libro, pronta e fresca di stampa. Sabato sera siamo andati a mangiare una pizza e lui l’ha tirata fuori, con cura, per paura di sgualcirla o macchiarla, e me l’ha mostrata.

Era in estasi. Vedevo nei suoi occhi uno sguardo che conosco bene, quel misto di orgoglio e stupore di chi si rende conto di aver raggiunto un traguardo importante, tutto con le proprie forze, e contemporaneamente a lui stesso pare impossibile di avercela fatta.

Ascolta questo episodio in Podcast su iTunesSpreaker

E invece sì, quel libro l’ha scritto proprio lui. È il suo libro.

E anche tu puoi provare le stesse emozioni.

Se questo video ti è utile, regalami un like: il tuo piccolo gesto mi farà felice!

Come ci si sente nella fase finale della scrittura

Ora che Giorgio può stringere in mano il suo libro è al settimo cielo, si sente realizzato.

Ma questa è la sensazione che si prova solo alla fine, nella fase finale del processo di scrittura.

In questo momento, dopo mesi di lavoro, tutto assume un senso: la gioia e l’entusiasmo con cui ha iniziato a scrivere mesi fa, le mille idee che aveva per la testa, la spavalderia di chi comincia, che presto si è sciolta di fronte alla mancanza di ispirazione o di tempo per scrivere, e poi è scivolata nei (fisiologici!) momenti di scoramento, quando pensava di non farcela e mi diceva “cavolo, quant’è difficile!”, e poi, ancora più giù, quando voleva lasciar perdere perché, tanto, là fuori è pieno di libri e “chi vuoi che legga il mio!”.

L’entusiasmo di oggi, però, offusca e allontana il ricordo di questi pensieri. Giorgio sa di avere ancora molta strada da fare, perché ora deve rimboccarsi le maniche per promuovere il suo libro e farlo conoscere al mondo, ma il fatto stesso di tenere fra le mani un libro che pensava impossibile scrivere dimostra che ce l’ha fatta e, già solo per questo, dimostra ne è valsa la pena.

Se anche tu stai scrivendo un libro, ma ti senti bloccato e pensi di non arrivare mai a provare ciò che prova Giorgio oggi, perché pensi di non farcela, ebbene, non ti scoraggiare.

Sappi che tutti gli scrittori sono stati nei tuoi panni e hanno vissuto quello che vivi tu adesso, ma se resisti a queste montagne russe, agli alti e bassi, alle difficoltà, alla vocina demotivante che ogni tanto senti nella tua testa, poi ne uscirai più forte perché dimostrerai prima di tutto a te stesso (e poi anche a quel seccatore del grillo parlante! 😉 ) che ce l’hai fatta.

Si tratta, appunto, di resistere, di arrivare fino in fondo, superando tutte le fasi della scrittura.

Un’altalena di emozioni

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato delle emozioni dei nostri personaggi e ci siamo chiesti come poterle mettere in scena nei nostri testi.

Bene, oggi parliamo invece delle tue emozioni di autore, perché se vuoi arrivare alla fine del percorso di scrittura di un libro, prima di pensare alla trama e ai personaggi, devi pensare a te stesso.

Devi saper distinguere ciò che ti accade dentro, quali pensieri si affollano nella tua testa, quale umore senti nello stomaco, anche se all’esterno sorridi e fai finta di niente.

Magari ha scritto già molte pagine eppure improvvisamente pensi di non saper più scrivere, di non essere abbastanza bravo per farlo.

È l’insicurezza, che mina le fondamenta della tua autostima.

Oppure sei arrivato quasi alla fine, ti mancano davvero solo gli ultimi due capitoli ed ecco che una vocina interna ti dice che il libro fa schifo ed è tutto da rifare!

È la paura, paura del giudizio altrui o perfino paura di riuscire perché magari una parte di te pensa che non te lo meriti.

Possono sembrarti reazioni strane, ma nei momenti in cui dobbiamo dare il massimo ed è in gioco l’idea che abbiamo di noi stessi, tutto può succedere.

Quindi preparati.

Scrivere un libro è un percorso emozionale.

Scrivere un libro è un percorso emozionale perché mette in gioco le tue emozioni.

Sappi che non sarà un percorso facile; soprattutto non sarà lineare.

Devi essere pronto ad affrontare alti e bassi, a non perdere di vista l’obiettivo e a lavorare con umiltà nei momenti “alti” di euforia ed esaltazione, e, ancora di più, a credere in te stesso nei momenti “bassi” di sconforto e sfiducia.

Tra un picco e un burrone ci saranno anche le pianure, in cui il passo corre svelto, ma anche i canaloni sassosi in cui si può scivolare, i sentieri in salita che tolgono il fiato, i tronchi abbattuti da aggirare, i fossi da superare con un bel salto.

Insomma, scrivere è un percorso articolato e vario. Sapere quello che ti aspetta può aiutarti. Ecco dunque quali sono le 6 tappe del processo di scrittura che tutti gli autori affrontano.

Le 6 tappe della scrittura

Tappa #1: la pianura

Hai deciso di scrivere un libro. È un momento speciale, vorresti dirlo a tutti, a tua madre, alla tua migliore amica, perfino al barista la mattina quando vai a prendere il caffè. Magari lo fai, magari no, per scaramanzia, perché pensi che è meglio non dirlo e fare a tutti una sorpresa quando il tuo libro sarà finito. Presto, molto presto!

Ti senti così ispirato che davvero ti chiedi come mai non hai avuto prima questa idea di scrivere un libro e non vedi l’ora di (di)mostrare al mondo il tuo talento!

Perché talento ne hai, di questo sei sicuro.

Ora devi solo alimentarlo.

Ci vuole l’ambiente giusto. Allora per prima cosa fai ordine sulla scrivania, compri un bel block notes nuovo per prendere appunti e fare brainstorming, penne colorate, evidenziatori, post-it e magari una bella bacheca su cui attaccarli.

Poi compri un cuscino lombare per stare più comodo su quella vecchia sedia, una scorta di cartucce per la stampante (meglio essere previdenti) e una serie di tazze nuove perché sicuramente passerai molte ore a scrivere e avrai bisogno di bere molto tè o caffè.

Infine ti trovi a cercare online, senza sapere bene perché, qualche bella frase motivazionale, da stampare e appendere davanti alla scrivania, o da ricopiare sulla bacheca o da impostare come screensaver.

Insomma, sei ispirato e senti intorno a te una grande energia creativa.

Ti sembra di avere davanti agli occhi una vasta pianura, dove tutto è possibile, dove ogni direzione è valida. La meta è lì davanti ai tuoi occhi. Basta partire.

Tappa #2: la palude

Dagli spazi aperti della tua ispirazione sei improvvisamente scivolato nelle sabbie mobili del dubbio.

Scrivere è dannatamente più difficile di quanto ti aspettassi!

Prima di iniziare avevi così tante idee e invece ora, dopo solo poche parole, niente ti sembra più convincente.

Scrivere è dannatamente più difficile di quanto pensi.

Questo primo capitolo sembra impossibile da portare a termine. Del resto sai che l’incipit è importante, te lo ripeti continuamente, l’hai letto in tutti i libri e blog di scrittura creativa, quindi non puoi scrivere frasi a caso. Ogni frase deve essere la frase giusta al posto giusto, ogni parola deve essere la parola giusta al posto giusto, altrimenti il lettore chiuderà il libro e tanti saluti.

Ti basterebbe almeno una frase decente, un pensiero incisivo, e se non è un pensiero, che sia almeno… un pensierino!

Allora ripensi a quanti “pensierini” hai scritto alle elementari, a come ti piaceva, a come ti riuscivano bene e alla maestra che ti metteva sempre “Bravissimo!” in fondo alla pagina, con tanto di punto esclamativo. E adesso invece niente. Di pensierini neanche l’ombra.

L’ombra invece cala nella tua testa, ma è quella del dubbio e dello scetticismo.

La tua vocina interiore comincia a insinuare: «Non ce la farai mai!».

Eppure sei bravo a parlare, parli tutto il giorno, ma adesso che le parole le devi mettere per iscritto, sembrano sparite dalla tua testa.

Ti sforzi, ti obblighi a scrivere qualcosa. Ne esce una frase banale e non sei nemmeno tanto sicuro che la costruzione verbale sia giusta. Si dice così? Si scrive così? Improvvisamente dubiti di tutto, anche delle parole più semplici. In questo momento dubiteresti anche della rima cuore/amore.

Allora cancelli e riscrivi.

Riscrivi e cancelli.

Maledici dentro di te la spavalderia che ti ha portato a dire a tutti che avresti scritto un libro. Di questo passo non scrivi nemmeno la lista della spesa.

Sei immerso nella palude dell’incipit, nel panico da pagina bianca.

La soluzione per venirne fuori c’è ed è semplice: procedi a piccoli passi.

Poniti come obiettivo di scrivere una sola pagina al giorno, ma imponiti di farlo tutti i giorni.

Scrivi poco, ma scrivi tutti i giorni. Scrivi più velocemente che puoi, senza rileggere e senza porti troppe domande. Non darti il tempo di dubitare.

A piccoli passi ti allontanerai da quella prima pericolosissima pagina bianca. Del resto l’ha detto anche Stephen King, ricordi?

Che sia un epigramma o una trilogia epica come Il Signore degli anelli, è un lavoro che si realizza sempre e solo mettendo una parola dietro l’altra.

Che sia un epigramma o una trilogia epica come Il Signore degli anelli, è un lavoro che si realizza sempre e solo mettendo una parola dietro l'altra.

Una parola dopo l’altra. Punta a creare la tua routine di scrittura, più che a riempire pagine e pagine. Fissa un appuntamento quotidiano con la scrittura, abituati al fatto che ogni giorno a quell’ora tu scrivi.

All’inizio non importa cosa o come. Tu scrivi.

Ricordati che in questa fase non stai creando il tuo capolavoro, stai creando la tua mentalità di scrittore.

Tappa #3: la salita

Seguendo i consigli in qualche modo sei arrivato alla fine del primo capitolo ma ora arranchi nei successivi.

È difficile andare avanti perché ti fermi in continuazione a rileggere ciò che hai scritto e a correggere e ricorreggere ogni parola.

Davvero non avresti mai pensato che sarebbe stata così difficile, non avresti mai creduto che quel flusso di idee e di pensieri che sembravano inarrestabili nella tua testa prima di cominciare, ora che sei seduto davanti alla tastiera sembrino dissolti, evaporati al sole, oppure escano a singhiozzo e con tanta fatica.

Ma perché nessuno te l’ha detto? Possibile che nessuna delle persone alle quali hai incautamente venduto per fatto il tuo libro prima ancora di averlo scritto, sapesse che ti stavi imbarcando in un’impresa così ardua?

Oppure lo sapevano ma hanno taciuto??

Comunque sia andata, ormai è fatta, hai varcato il Rubicone e sei dentro questa avventura.

Stai salendo la tua montagna personale e non puoi certo mollare. Non puoi perdere la faccia davanti a tutti (e soprattutto davanti a te stesso).

Ma è una salita che si inerpica: ti manca il fiato, senti la fatica nelle gambe, non riesci a vedere la vetta e guardi sempre in basso, dove mettere i piedi.

Ti avverto: in questa fase è facilissimo arrendersi, perché il percorso fatto è ancora troppo breve e la meta è ancora troppo lontana.

«Ma sì, in fondo ci ho provato…» potresti dire a te stesso per consolarti.

E invece no. Non devi mollare, non adesso.

Se molli adesso non saprai mai se davvero potevi scrivere un libro, se davvero quella che avevi in testa era una storia che valeva la pena raccontare, e ti poterai dentro per sempre il dubbio che – forse – avrebbe potuto funzionare… se solo tu avessi insistito!

Quindi il punto è proprio questo: devi insistere, devi resistere.

Per riuscirci mescola le carte: inganna il senso di blocco che le prime pagine ti possono dare, scrivendo scene separate. Chi l’ha detto che un libro deve essere scritto per forza andando in ordine dall’inizio alla fine? Scrivi le scene così come ti vengono in mente, scrivi anche il finale se ce l’hai già in testa. I pezzi li riordinerai in seguito, ma adesso otterrai nuove pagine scritte, che aumenteranno la distanza tra te e l’inizio, diminuendo quella tra te e la fine.

E poi cerca qualcuno che ti conosca bene con cui confidarti, a cui raccontare le emozioni contrastanti che stai vivendo, a cui spiegare quanto è faticoso.

Puoi anche unirti a community di scrittori online: loro sanno bene cosa stai passando e sapranno incoraggiarti.

Condividere con altri autori i tuoi progressi ti stimolerà a continuare, perché sentirai in un certo modo di dover rendere conto al gruppo. Inoltre, ti renderai conto che quelli che per te sono piccoli passi in avanti (“oggi ho scritto due pagine”, “oggi ho finito il terzo capitolo!”) per altri possono essere ottimi risultati e tu stesso potrai essere di stimolo a loro.

È come affrontare il “tappone dolomitico” in bicicletta: sui pedali devi spingere tu, ma avere a bordo strada dei tifosi che ti incoraggiano o poter seguire un compagno mettendoti nella sua scia può fare la differenza.

Tappa #4: la foresta

Finalmente sei a metà del tuo lavoro. Ti sembra di aver superato la parte più dura, ma ora sei stanco e la fine sembra ancora troppo lontana.

Perché ti sei lanciato in questa avventura sconsiderata? Quale colpa sentivi inconsciamente di dover espiare?

La tua vocina interiore ti ripete: «Lascia stare, non vedi quanto manca ancora? Tutta questa fatica e sei solo a metà… non ce la farai mai!»

Inevitabilmente tu ascolti questa voce e le dai ragione, perché senti di avere finito le energie e soprattutto le idee.

Ti sembra di non avere altro da dire, ti sembra di aver già creato le scene più importanti, di aver tratteggiato personaggi credibili, di aver inserito colpi di scena al posto giusto ed episodi emozionanti quando serve… eppure sei solo a pagina 60!

Allora pensi che forse potresti finirla qua, trasformare il tuo progetto iniziale in un racconto lungo o in una novella e abbandonare l’idea di un romanzo.

Certo, potresti. Lungi da me venire qui a dire che le novelle e i racconti sono meno validi dei romanzi! Anzi.

Ma tu non sei partito con il progetto di un racconto o di una novella, tu sei partito con il progetto di un romanzo, quindi se adesso ti fermi significa che stai rinunciando, stai mascherando con una parziale (e apparente) soddisfazione quello che invece è un fallimento.

Non mollare!

Hai fatto metà strada e forse più, hai scritto più di quanto la maggior parte delle persone ha mai scritto per un solo progetto. E se hai scritto la prima metà significa che puoi certamente scrivere anche la seconda.

Non mollare!

Anche in questo caso le soluzioni per farcela sono semplici.

Primo: scrivi così come ti viene. Scrivi male, ma scrivi.

Il tuo obiettivo è arrivare ad avere in mano una prima bozza. La revisione la farai dopo. Meglio una brutta prima bozza che una prima bozza che non c’è.

Meglio una brutta prima bozza che una prima bozza che non c’è.

Secondo: cerca nuovi stimoli per risvegliare l’ispirazione.

Se ti sembra di non avere più ispirazione, di non sapere più cosa scrivere, prova a cambiare qualcosa nella tua routine di scrittura. Scrivi in un orario diverso dal solito, oppure scrivi in un luogo diverso dal solito. Esci di casa e prova ad andare a scrivere al parco, se è una bella giornata, o in un caffè o in biblioteca. Cambia il contesto affinché cambino gli effetti.

Se puoi stacca per qualche giorno, fai una gita fuori porta, osserva ambienti nuovi e soprattutto osserva gente che non conosci. L’ispirazione arriva da spunti inaspettati, ma tu devi essere pronto a coglierli, quindi risveglia la tua capacità di osservazione.

Terzo e più importante: rivedi la tua progettazione.

Forse sei partito in quarta a scrivere senza preoccuparti di impostare un progetto per il tuo lavoro. Non importa, puoi rimediare facendolo adesso.

Forse invece uno schema iniziale l’avevi fatto, ma era così accurato. Oppure era accurato, ma nel corso dei capitoli la tua storia è andata altrove (capita!) e adesso quello schema non ha più senso. Bene, riprendilo in mano e rifallo da capo.

Se ti trovi in un foresta fitta e intricata, l’unico modo per uscirne senza girare a vuoto è avere la mappa. E sai qual è la buona notizia? Che la mappa la disegni tu.

Tappa #5: la radura

Hai finito la prima bozza. È una bozza, certo, con errori, incoerenze, brani che non funzionano, pezzi da riscrivere, ma è completa e questo è ciò che conta.

Lascia riposare il libro per qualche settimana per poterlo poi affrontare di nuovo con uno sguardo sufficientemente distaccato e usa questo tempo per fare altro.

Tanto per cominciare fatti un regalo.

Se hai completato la tua prima bozza sei arrivato là dove la maggior parte degli aspiranti scrittori non arriva mai. Quindi ti meriti una ricompensa. Comprati quella borsa che ti piace tanto e che stai adocchiando da tempo, o quel gadget elettronico che hai visto in mano al vicino di casa, oppure concediti una cena in un ristorante costoso e brinda al tuo traguardo.

La tua vocina interiore potrebbe farsi sentire ancora una volta e sussurrarti: «Ma cosa festeggi? Non vedi che quello che hai scritto fa schifo? Non piacerà a nessuno!»

Zittiscila una volta per tutte. La tua è una bozza, è normale che non sia perfetta, ma ciò che conta è che sia completa.

Dopo qualche settimana di distacco, riprendi in mano il tuo testo e comincia la tua revisione. Vai per gradi, leggi il testo più volte ponendoti ogni volta un obiettivo diverso.

Molto probabilmente troverai errori, incongruenze, passaggi che prima ti piacevano tanto e adesso non ti convincono più. È normale.

Nel dubbio, taglia.

Taglia e riscrivi. Il tuo libro è già finito, quindi non avere paura: il fatto di tagliare interi passaggi in questa fase di revisione non diminuisce il valore del tuo sforzo, ma è necessario per dare al tuo testo la sua veste migliore.

Se puoi, fai leggere il tuo libro a qualche beta-reader, qualcuno che possa leggerlo e dirti con sincerità cosa gli piace e cosa no, cosa funziona e cosa no.

Fidati dei consigli che ti vengono dati e non ti affezionare scioccamente a personaggi, scene o frasi. Chi non è legato emotivamente al libro come lo sei tu ha uno sguardo sul testo inevitabilmente più oggettivo del tuo.

Chi non è legato emotivamente al libro come lo sei tu ha uno sguardo sul testo inevitabilmente più oggettivo del tuo.

Fai tutti i passaggi di revisione che ritieni necessari, poi affida il testo a un editor professionista per l’editing finale e la correzione di bozze.

Adesso è il momento di guardare oltre e di cominciare a pensare alla promozione.

Ma come, non hai ancora pubblicato il libro e già devi pensare a promuoverlo? Sì.

Una promozione editoriale efficace inizia prima della pubblicazione.

Puoi cominciare a pensare a un titolo efficace, puoi contattare un grafico per la copertina e iniziare a lavorare con lui su una o più idee, puoi fare ricerche online e stendere una lista di siti e blog da contattare per chiedere recensioni, puoi creare un tuo sito e scrivere i primi articoli del tuo blog, puoi aprire i tuoi account social per farti conoscere e interagire con i tuoi potenziali lettori, ecc.

C’è tanto da fare per preparare il terreno alla pubblicazione del tuo libro.

Stai attraversando una radura: la foresta è alle spalle e la vetta è là, davanti ai tuoi occhi.

Tappa #6: la vetta

Il tuo manoscritto è completo, rivisto e corretto, con il tuo nome in copertina.

Ti senti sulla vetta del mondo. Ce l’hai fatta!

Puoi guardare dall’alto in basso tutti quelli che non credevano in te, quelli che se la ridevano sotto i baffi quando eri in difficoltà, e tutti quelli che dicono di voler scrivere un libro, di avercelo proprio tutto in testa, già pronto, parola per parola, ma poi non si sono mai messi a scriverle, quelle parole.

Tu invece sì, le hai scritte.

Hai fissato un obiettivo e l’hai raggiunto. Quindi, innanzitutto, complimenti!

Goditi questa ondata di soddisfazione e di orgoglio che ti pervade e sfrutta l’energia che ti anima per andare avanti.

Il viaggio, infatti, non è finito. Ora è arrivato il momento di pubblicare il tuo libro e farlo conoscere al mondo.

Metti in pratica tutte le strategie di promozione che puoi, senza fretta, ma con costanza e determinazione. Se è vero che un libro si scrive una parola dopo l’altra, è altrettanto vero che un libro si vende un lettore dopo l’altro.

Infine ricomincia a scrivere. Non far passare troppo tempo prima di cominciare a scrivere un nuovo libro.

Ora sai che ce la puoi fare, sai come si fa. Conosci il percorso, tappa dopo tappa.

Riparti!

Non far passare troppo tempo prima di cominciare a scrivere un nuovo libro. Ora sai come si fa. Ora sai che ce la puoi fare.

E tu? Hai già finito il tuo primo libro? Come è stato il tuo viaggio? Hai vissuto anche tu queste 6 tappe? Oppure stai ancora scrivendo? E in che fase del percorso ti trovi?

Scrivimelo qui sotto nei commenti, io faccio il tifo per te!

[/vc_column_text]

Ora che ho finito, ti chiedo un piccolo favore.
Se questo articolo ti è piaciuto, che ne dici di condividerlo?

Con un semplice click dimostrerai di apprezzare il mio lavoro e mi farai felice! 🙂

Se invece hai qualche domanda o vuoi esprimere il tuo punto di vista, scrivimi nei commenti qui sotto. Non vedo l'ora di leggerti!

Risorse Utili

2 Comments
  • Svalbard
    Posted at 00:38h, 10 Gennaio

    Gentile Carmen,
    scrivo qui perché non sono riuscito a trovare un indirizzo di mail.
    L’ho conosciuta tramite i contributi su Youtube, che ho trovato utilissimi; in parte mi hanno confermato cose che già intuivo, in parte mi hanno invece fatto scoprire cose nuove ed interessanti.
    Vorrei suggerire un tema da trattare (sempre che non l’abbia già fatto), che potrebbe essere “come mettere la parola fine a un romanzo”. Nel senso che anche quando il libro è compiuto, e in teoria è finito e strafinito, si corre il rischio di non accontentarsi mai, di cambiare un pezzetto qui, una parola lì, spostare una scena, aggiungerne un’altra, insomma non essere mai soddisfatti e non riuscire mai a dire basta! 🙂 Potremmo definirla (umoristicamente) la “sindrome di Manzoni” che passò una vita a scrivere e riscrivere lo stesso libro.
    Grazie dell’attenzione, cordiali saluti.

    • Libroza
      Posted at 18:32h, 28 Gennaio

      Ciao Svalbard,
      grazie per essere passato di qui e per l’ottimo spunto! Ne farò tesoro per uno dei miei prossimi post.