Come scrivere un giallo: la guida definitiva
3 Luglio 2017

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Se vuoi imparare come scrivere un giallo, prima di tutto devi sapere che scrivere un romanzo giallo significa seguire delle regole e degli schemi ben precisi, come per ogni romanzo di genere, per non deludere le aspettative del pubblico.
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Insieme al romanzo rosa, il romanzo giallo è forse quello che presenta i vincoli maggiori, ma questo non significa che tutti i gialli sono uguali o che ti basti copiare i libri di altri giallisti per essere sicuro di aver scritto un buon romanzo poliziesco.
Parti dunque dallo studio di queste regole e dall’analisi dei gialli più famosi, ma poi aggiungi la tua creatività.
Il genere giallo
La data di nascita del genere giallo viene solitamente indicata nel 1841, anno di pubblicazione de I delitti della via Morgue di Edgar Allan Poe, il primo dei tre racconti in cui compare il personaggio di Auguste Dupin, un investigatore che riesce a risolvere i casi grazie alle sue enormi capacità deduttive e senza nemmeno recarsi sulla scena del crimine.
Al personaggio Dupin si ispira certamente il personaggio di Sherlock Holmes, protagonista dei romanzi di Arthur Conan Doyle e che a sua volta diventa modello per tutta la letteratura gialla successiva, popolata di investigatori dotati di grandi capacità logiche e deduttive: dal detective Poirot dei gialli di Agatha Christie, al commissario Maigret delle opere di George Simenon, fino ad arrivare ai contemporanei italiani, come il commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri, o il vicequestore Rocco Schiavone di Antonio Manzini.
Il termine giallo, però è in uso solo in Italia, grazie alla fortuna della collana Il Giallo Mondadori che dal 1929 proponeva romanzi polizieschi in una veste grafica con la copertina gialla.
Da allora quindi in Italia giallo è sinonimo (e perfino sostituto) di poliziesco, mentre negli altri paesi questo genere viene definitivo detective novel, crime o mystery story.
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Le caratteristiche del genere giallo
Il genere giallo è dunque un genere in cui le regole contano molto. Non che le regole non possano essere superate o aggirate, ma se vuoi scrivere un romanzo giallo non puoi ignorare il fatto che il lettore amante di questo genere di libri vuole leggere una storia ben precisa, non vuole capire subito chi è il colpevole, però vuole scoprirlo con la logica e soprattutto è allenato a farlo, quindi ama le trame precise e i dettagli.
Il lettore di gialli è un tipo attento e quindi se tu vuoi scrivere un giallo devi esserlo altrettanto.
Ecco dunque le 5 principali caratteristiche del genere giallo:
1) Un colpevole presente fin dall’inizio
Il colpevole può essere uno qualunque dei personaggi, anche un personaggio minore, ma deve essere presente nella storia fin dall’inizio perché il lettore possa mettersi sulle sue tracce.
Questo però è proprio il punto che rende più difficile la scrittura di un giallo, perché il colpevole è sotto gli occhi del lettore ma l’autore lo deve distrarre per tutto il romanzo affinché non se ne accorga.
2) Una trama curata nei minimi particolari
Il giallo è il romanzo dell’osservazione e dell’attenzione perché proprio grazie a queste due doti il detective può risolvere il caso, e il lettore con lui.
Per questo non ci possono essere errori nella trama e tutto deve essere organizzato dall’autore nei minimi particolari.
Passi falsi nella catena logica degli eventi o errori di ingenuità nelle motivazioni che spingono i personaggi ad agire farebbero crollare tutto il delicato intreccio di indizi abilmente disseminati su cui si regge il romanzo.
3) Una soluzione logicamente deducibile
Lettore e investigatore devono avere entrambi le stesse possibilità di risolvere l’enigma perché tutti gli indizi sono a disposizione di entrambi e, collegati logicamente, portano alla soluzione. Questo non significa che tutti i lettori capiranno chi è il colpevole, ma i lettori più esperti e appassionati del genere, abituati ai meccanismi delle trame criminose sì.
Per lo stesso principio la soluzione deve essere raggiunta solo grazie al ragionamento dell’investigatore (e del lettore, con lui) e non grazie a un aiuto esterno o perché l’investigatore vi inciampa.
Possono esserci elementi fortuiti nel corso della trama che accelerano il corso delle indagini, ma, almeno in un giallo classico, il lettore deve sentire che l’investigatore sarebbe comunque arrivato alla soluzione e che per il colpevole non c’era possibilità di farla franca.
4) Una soluzione non scontata
La difficoltà maggiore nella scrittura di questo genere consiste proprio nell’organizzare la trama affinché la soluzione del crimine non sia facile e immediata e per questo spesso l’autore può portare il lettore su false piste.
Del resto una delle caratteristiche più affascinanti del giallo è che il delitto o il crimine al centro della vicenda è un crimine che chiunque potrebbe aver commesso, spinto dalle giuste motivazioni. Per questo motivo, al centro della narrazione non ci sono mai crimini compiuti da organizzazioni criminali, che sarebbero invece impersonali e privi di un coinvolgimento umano.
Il crimine che coinvolge di più è quello mosso da dinamiche psicologiche in cui sia facile per il lettore immedesimarsi: l’avidità, la gelosia, la sete di potere.
In questo modo non solo è più forte il lato umano e psicologico della vicenda, ma è anche più facile costruire false piste e seminare sospetti su falsi indiziati, perché il colpevole potrebbe essere chiunque.
5) Una soluzione univoca
Durante lo svolgimento del romanzo giallo ci possono essere false piste e sospetti che insinuano il dubbio nel lettore spostando la sua attenzione ora sull’uno ora sull’altro indiziato, ma alla fine la soluzione deve chiarire in modo univoco chi è il colpevole e qual è stato il suo movente.
Gli altri indiziati devono essere quindi chiaramente scagionati e i dubbi e i sospetti prima creati ad arte devono essere dissolti.
Quando il lettore arriva all’ultima riga deve essere sicuro di aver chiuso il caso e non deve, invece, rimanere col sospetto che forse potrebbe essere stato qualcun altro o che forse qualcosa non è stato chiarito.
Insomma, i casi irrisolti o gli errori giudiziari lasciamoli alla realtà: almeno nei romanzi gialli il caso è risolto!
Come scrivere un giallo perfetto in 7 passi
1. Fissa le 4 colonne
Per scrivere un romanzo giallo devi partire dalla fine, cioè devi decidere fin dall’inizio chi uccide chi, quando, come e soprattutto perché. Nel mondo anglosassone insegnano che il giallo perfetto si regge su 4 colonne, ovvero le 4 M:
• Murder, il delitto
• Motive, il movente
• Mean, l’arma
• Moments of opportunity, l’occasione
Per cominciare a scrivere il tuo giallo perfetto, stabilisci dunque questi elementi e assicurati che siano credibili e forti. Nella vita reale (purtroppo) si uccide anche per futili motivi, ma nei romanzi gialli no. Le tue 4 colonne devono essere solide.
2. Costruisci una trama ben congegnata
Sulla base delle 4 colonne, devi costruire una buona trama, primo vero passo verso un giallo di successo. La trama può essere più o meno intricata, può essere strutturata in modo da depistare il lettore, ma deve anche condurlo inesorabilmente verso l’unica conclusione logica.
Ancora una volta, chiediti il perché di ogni azione che vuoi mettere in scena: nel romanzo giallo, più che in altri, ogni azione deve avere un senso e uno scopo che può non essere subito chiaro a chi legge, ma che tu, come autore, devi conoscere.
3. Crea il tuo protagonista
Dopo aver congegnato la trama, devi dedicare molto tempo alla costruzione del tuo protagonista, cioè colui o colei che risolverà il caso.
Il tuo protagonista può essere:
• un detective professionista, come un poliziotto, un militare, un investigatore privato;
• un detective amatoriale, che di lavoro fa tutt’altro ma che per necessità o per indole si trova ad indagare sul caso in questione.
Il vantaggio di un detective professionista è che potrà essere coinvolto attivamente nelle indagini, mentre una figura amatoriale dovrà per forza avere qualche contatto con le forze dell’ordine per accedere ai risultati delle analisi di laboratorio e delle ricerche ufficiali.
Tuttavia, che tu voglia scrivere un romanzo autoconclusivo o che tu abbia in mente una serie di romanzi gialli tutti centrati sulla figura di questo protagonista, è importante che tu lo delinei molto bene nella tua testa (meglio ancora se lavori con schede scritte) e che tu lo renda un personaggio credibile e a tutto tondo.
Deve avere una grande capacità di osservazione e di deduzione, ma deve anche abitudini, gusti, preferenze, piccoli vizi, difetti caratteriali, punti deboli, che lo rendano più vero e quindi più vicino ai lettori.
4. Depista il lettore
Gli intrecci dei romanzi gialli migliori sono proprio quelli in cui tutti i personaggi sono potenzialmente sospettati.
Cerca dunque di depistare il lettore dalla soluzione finale insinuando il dubbio che il colpevole sia qualcun altro. Per far ricadere il sospetto su un personaggio il modo migliore è quello di inserire falsi alibi, atti mancati, dimenticanze, sparizioni, bugie. Un personaggio che mente o che scappa sarà subito sospettato, anche se poi si dovrà appurare che mentiva o scappava per qualche altro motivo.
Ricordati, infatti, di chiarire alla fine ogni falsa pista affinché la soluzione sia univoca e il lettore non rimanga con il dubbio che il vero colpevole sia ancora in libertà!
5. Crea i personaggi di contorno
L’investigatore, professionista o meno, è sempre circondato da personaggi minori con i quali si relaziona. Se poi il romanzo fa parte di una serie, allora questi personaggi secondari potranno crescere nel corso della serie e riproporsi con le loro caratteristiche e perfino le loro storie familiari.
Pensa per esempio al classico “aiutante-confidente”, come il celebre Watson che affianca Sherlock Holmes, fino ai personaggi macchiettistici come il camilleriano Catarella che affollano i commissariati nei romanzi gialli.
Oltre a colleghi e collaboratori, l’investigatore protagonista può avere familiari (in genere pochi e poco presenti, come la moglie del tenente Colombo) e amici (pochissimi e fidati) che lo sopportano e lo supportano.
6. Crea l’ambientazione
Scegli dove ambientare la tua vicenda, sia negli spazi esterni (si svolge in una grande città o in un paesino di provincia?), sia negli spazi interni (le scene al chiuso si svolgono in un commissariato? in una caserma? in una cella di sicurezza? in un laboratorio di analisi? nello studio di un avvocato?).
Presta attenzione anche al tempo in cui si svolgono i fatti, sia per la loro successione logico-temporale, sia per la luce che le varie fasi del giorno possono dare alle tue scene: un’indagine compiuta di nascosto si svolgerà per lo più di notte, per non farsi scoprire, oppure un’indagine svolta in inverno, con i pomeriggi bui e freddi avrà un impatto molto diverso da un’indagine svolta in una campagna estiva e assolata.
Per lo stesso principio anche il tempo atmosferico (la pioggia, la neve, il sole, la nebbia) può essere un elemento utile a creare la tua ambientazione e, con essa, la tensione della tua storia.
Non devi quindi essere solo il regista e lo sceneggiatore della tua trama, ma anche lo scenografo e il direttore della fotografia del tuo “film” giallo.
7. Non copiare
Come abbiamo detto, il lettore di gialli è un tipo attento, soprattutto ai dettagli, e ha buona memoria, perché si ricorda del biglietto dell’autobus caduto per terra a pagina 10 e che poi serve a scagionare il falso indiziato a pagina 153.
Per questo l’errore peggiore per chi scrive un giallo è barare, usare trucchetti sperando che il lettore non se ne accorga o, peggio, copiare da altri autori.
È vero che i moventi di un crimine sono più o meno sempre gli stessi (soldi, passione, potere), ma la tua storia deve essere originale e lo devono essere soprattutto i tuoi personaggi.
Ricalcare una trama non porta mai al successo di un libro e tanto meno ricalcare la figura di un investigatore, nella speranza di seguire l’onda del successo di un personaggio altrui.
Se anche tu vuoi creare il tuo commissario, fai pure, ma assicurati che sia diverso da tutti quelli che ormai riempiono gli scaffali delle librerie.
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Un giallo è (solo) un giallo
Infine, scrivere un buon romanzo giallo significa scrivere un testo dalla trama ben congegnata e (possibilmente) avvincente. Il romanzo giallo non ha bisogno di altro. Sovraccaricare il tuo romanzo di significati morali o filosofici non ti farà apprezzare maggiormente dai lettori e, anzi, forse otterrà l’effetto contrario.
Soprattutto, non giudicare.
Non giudicare il criminale né l’investigatore e non trarre conclusioni sociologiche o politiche sul contesto in cui essi agiscono. Al lettore non interessano e se proprio vuole, le trae da sé.
I romanzi gialli, come tutti i romanzi di genere, rappresentano una letteratura di consumo il cui scopo è quello di intrattenere il lettore.
Se questo non ti basta, scrivi altro, ma non snaturare il tuo giallo.
Se poi, dopo tutte queste regole, hai solo voglia di infrangerle e pensi dunque che il romanzo giallo non faccia per te, leggi la posizione controcorrente del giallista Hans Tuzzi. Come ho detto all’inizio, infatti, le regole non devono essere intese come una gabbia che limita la creatività dell’autore, ma di certo superarle richiede consapevolezza e maturità stilistica.
Consigli di lettura e un esercizio finale… o forse due
Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio queste letture:
• Venti regole per scrivere romanzi polizieschi di S.S. Van Dine
• Come si scrive un giallo. Teoria e pratica della suspense di Patricia Highsmith
• Come si scrive un giallo di Gilbert K. Chesterton
Oltre alla lettura di testi tecnici come questi, il migliore esercizio per imparare a scrivere un buon giallo è quello di leggerne tanti e soprattutto di leggere i classici del genere.
L’esercizio che però ti consiglio è questo: scegli uno qualunque dei romanzi di Agatha Christie (se proprio non sai da quale cominciare, prendi Dieci piccoli indiani) e leggilo due volte. La prima volta ti godrai la storia e cercherai anche tu di scoprire chi è l’assassino, mentre nella seconda lettura potrai concentrarti sulla struttura del romanzo e scoprirai come, dove e quando l’autrice ha disseminato gli indizi, come ha depistato il lettore e come alla fine ha sgombrato il campo dai dubbi per arrivare alla soluzione.
Risorse Utili
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I generi letterari del romanzo
Flavio Torriani
Posted at 14:50h, 15 GiugnoBuongiorno,
vi chiedo scusa per il commento tardivo, ma sono capitato qui per caso, facendo ricerche in internet.
Interessante il punto 3: crea il tuo protagonista.
Ipotizzando di voler scrivere una serie di polizieschi basata sempre sul protagonista principale e i suoi collaboratori, in ogni episodio autoconclusivo si devono indicare ogni volta le caratteristiche di tutti i personaggi e ri-descrivere l’ambiente in cui si svolge la storia?
In una recensione, a proposito di un romanzo seriale pubblicato da Dark Zone (cancellate se non è opportuno mettere l’editore) ho letto che: “Si ha l’impressione che la caratterizzazione di alcuni personaggi sia stata lasciata al libro precedente,
soprattutto per quanto riguarda gli altri poliziotti che compongono la squadra del commissario”.
Io li ho letti tutti, e non ho riscontrato questo problema ma è valido o no? Bisogna essere ripetitivi per forza?
Grazie, Flavio.
Libroza
Posted at 13:17h, 18 GiugnoCiao Flavio,
secondo me la soluzione migliore sta a metà strada. Sicuramente la prima volta che compaiono i personaggi (presumibilmente nel primo volume della serie) si abbonderà di dettagli e informazioni. Poi via via nei libri successivi si ripeteranno solo alcuni accenni, giusto per aiutare i lettori più smemorati. Ma di certo non ripeterei ogni volta le caratteristiche di tutti!
Non ha importanza se l’episodio è autoconclusivo (nella maggior parte dei gialli in serie è così!): i personaggi sono sempre quelli. Basta pensare al Montalbano di Camilleri e alla sua squadra: dopo tanti libri-episodi i lettori sanno già vizi e virtù di tutti.
Martina
Posted at 16:37h, 04 AgostoBuongiorno, molto interessante l’articolo! Volendo scrivere un giallo posso invece inserire qualche scenario piccante? Sicuramente lo farò per gioco e divertimento a mi farebbe piacere avendo i letti per l’appunto molti soprattutto Sherlock Holmes, a volte manca un po’ il piccantino.
Massimo Marco Giussani
Posted at 10:13h, 03 GennaioBuongiorno,
Bellissimo articolo, da appassionato di libri gialli volevo approfittare di questo periodo per scrivere un racconto, ma galoppo con la fantasia e fatico a darmi delle regole quando devo mettere nero su bianco. Il tuo video mi ha aiutato e ora sto cercando di lavorarci sopra. Premetto che lo faccio solo,per me è per divertimento ma leggerti mi ha aiutato.
Grazie mille e buon Anno
Massimo