Come caratterizzare un personaggio con gli archetipi - Libroza
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Come caratterizzare un personaggio con gli archetipi

archetipi

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Per la riuscita di un buon libro, la costruzione dei personaggi è fondamentale.

Purtroppo molti scrittori si concentrano più sulla trama, a volte perfino complicandola all’inverosimile, e tralasciano lo studio dei loro personaggi.

La caratterizzazione di un personaggio e la definizione di tutti gli aspetti del suo carattere dovrebbe essere invece parte importante della fase di costruzione di una storia.

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Già, perché la storia va costruita, organizzata, strutturata.

Ci sono persone che amano scrivere di getto, quello che gli viene così come gli viene, senza programmare niente. Sei tu sei una di queste, be’… meglio per te! 😉

Io conosco il lato difficile della scrittura, quello in cui le idee possono mancare e con esse la motivazione, e so che l’unica soluzione è avere fatto un’accurata progettazione.

La progettazione narrativa è la mappa per attraversare il territorio inesplorato della tua storia. Senza perderti.


Perché si dovrebbero usare gli archetipi quando si progetta una storia

Nella mia esperienza, quasi ogni scrittore prima o poi si trova faccia a faccia con un blocco.

Stai scrivendo il tuo romanzo, sei partito pieno di idee e con un buon ritmo, poi, dopo i primi due o tre capitoli, accade qualcosa di inspiegabile: senti mancare la spinta, le pagine diventano sempre più difficili da riempire e l’ispirazione sembra scomparsa.

È il blocco dello scrittore.

Allora metti in dubbio la tua idea iniziale, pensi che forse la trama non sia abbastanza “forte” e che forse dovresti lavorare su una storia diversa.

Certo, a volte può essere proprio la storia in sé a non funzionare, ma per esperienza ti posso dire che in realtà ogni storia può essere raccontata e, con i giusti accorgimenti, ogni storia può valere la pena di essere raccontata.

Non rinunciare quindi alla tua storia. Almeno non subito. Pensa piuttosto ai tuoi personaggi. Li hai costruiti adeguatamente nella tua testa? Ti sei fatto di loro solo un’idea vaga e generica o sei sceso nel dettaglio?

Una storia è come una macchina e i personaggi sono il motore.

Una storia non può andare avanti se i suoi personaggi sono sacchi vuoti, delineati nei loro tratti esteriori ma senza sostanza.

Puoi aver progettato una trama interessante, sviluppata intorno a snodi narrativi forti, eppure la tua storia non procederà se non sai come si comporteranno i tuoi personaggi di fronte a quei punti di svolta.

Non sono gli snodi narrativi a far procedere la narrazione, sono le reazioni dei personaggi a condurre la trama da qualche parte.

Ma come puoi mettere per iscritto le reazioni dei personaggi se prima non ti sei soffermato a pensare qual è il loro carattere?

Ecco dunque perché dovresti usare gli archetipi per progettare la tua storia.

Devi chiederti quali sono le caratteristiche dei tuoi personaggi, almeno di quelli principali, i protagonisti e i comprimari, perché solo così poi puoi metterli sul palcoscenico della tua storia e farli agire.

Cos’è un archetipo

La parola archetipo significa immagine originaria, modello originario (dal greco archè, origine, principio, e typos, modello, immagine, impronta). In psicologia analitica Gustav Jung definì gli archetipi come idee innate, rappresentazioni mentali primarie che tutti possediamo fin dalla nascita, quindi collettive e universali.

Si tratta quindi di un inconscio collettivo che rappresenta la nostra eredità psicologica comune. Gli archetipi, infatti, sono costanti in ogni epoca e cultura e si ritrovano nei sogni e nei racconti mitologici di tutti i popoli.

Dal punto di vista narratologico possiamo quindi definire gli archetipi come modelli di comportamento, funzioni narrative che i personaggi di volta in volta ricoprono.

Gli archetipi più famosi sono l’Eroe, il Mentore, il Guardiano, il Folle, il Re, il Fanciullo, l’Orfano, etc.

Ciascun archetipo ha al suo interno aspetti di luce e di ombra.

Gli aspetti di luce sono le qualità, le doti, i pregi, le virtù. Narrativamente parlando un archetipo preso nel suo lato luminoso rappresenta un personaggio positivo, l’eroe della storia.

Gli aspetti di ombra, invece, sono i difetti, le mancanze, i vizi, i lati negativi del carattere. Dal punto di vista narratologico un archetipo preso nel suo lato oscuro rappresenta un antagonista, un malvagio, il cattivo della storia.

Nei prossimi articoli cercheremo di analizzare gli archetipi a uno a uno, ma quello che mi preme subito sottolineare è che, in quanto modelli, essi sono solo dei simboli, delle forme vuote che i personaggi devono riempire con il loro carattere e la loro personalità.

Questo è il motivo per cui, pur essendo unico e condiviso l’archetipo dell’Eroe, non esiste un eroe uguale a un altro e ogni storia ha il suo protagonista.

Per lo stesso motivo, nel corso della storia un personaggio può (e, anzi, dovrebbe) ricoprire diversi archetipi: un personaggio che rimane aderente a un solo archetipo dall’inizio alla fine della narrazione, senza incertezze o sfumature, è un personaggio noioso e prevedibile che porta con sé una storia banale e piatta.

Al contrario, un personaggio è affascinante quando è rappresentato nella sua complessità, con ambiguità e incoerenze, e soprattutto in evoluzione.

In particolare se si tratta del protagonista, infatti, alla fine della storia il personaggio deve essere diverso da com’era all’inizio, perché le esperienze che ha vissuto nel corso della storia lo hanno fatto maturare e cambiare.

Un archetipo non è uno stereotipo

Attenzione però a non confondere archetipo con stereotipo.

Se l’archetipo, infatti, è un modello primordiale e condiviso, lo stereotipo è esattamente il suo contrario. Stereotipo (dal greco stereos, solido, rigido) significa infatti immagine rigida, copia, riproduzione.

Lo stereotipo è dunque la semplificazione di un modello generale, ottenuta generalizzando i suoi tratti peculiari. Inoltre, se l’archetipo deriva da un bagaglio psicologico collettivo, lo stereotipo è invece espressione di un punto di vista personale o parziale, spesso limitato dal pregiudizio.

Non per questo uno stereotipo non può diventare il personaggio di una storia, anzi. Ma in genere quando questo accade è proprio per usare lo stereotipo come amplificatore di un preconcetto in chiave comica o polemica.

Avete presente Clark Kent? Il timido e occhialuto giornalista di Metropolis che nasconde sotto la sua camicia la S di Superman è sicuramente lo stereotipo dell’imbranato introverso, ma è rappresentato così proprio per accentuare la distanza con il suo eroico alter ego.

Come usare gli archetipi per caratterizzare un personaggio

Per poter declinare gli archetipi in tutte le loro sfumature, o per decidere di far passare un personaggio da un archetipo a un altro nel corso della vicenda, bisogna in primo luogo conoscere gli archetipi e saper identificare a quale di questi aderisce ogni personaggio all’inizio della storia.

Vediamo dunque qualche consiglio pratico per cominciare a definire a quale archetipo corrispondono i tuoi personaggi.

Focalizzati sul protagonista della tua storia.

Se l’hai già scritta puoi dare più spessore al tuo personaggio in fase di editing; se invece devi ancora scriverla o sei agli inizi allora puoi progettare il tuo lavoro dalle basi.

Immagina il tuo personaggio come se fosse vivo davanti a te (se ti può aiutare, chiudi gli occhi per visualizzare meglio) e cerca di definire quanti più elementi possibili del suo carattere, dei suoi gusti, del suo modo di fare e di pensare.

Parti dall’osservazione esteriore, perché anche l’aspetto fisico che tu hai immaginato per il tuo personaggio, può indirettamente dirti molto sul suo carattere.

  • Osserva il suo volto: è paffuto o scavato? Gli occhi sono vispi o spenti? Cosa possiamo capire circa la sua età, il suo lavoro, la sua storia personale solo guardandolo/a in faccia?
  • Osserva la sua pelle: è distesa o è segnata dalle rughe? È morbida o è rovinata dal sole e dai vizi?
  • Osserva i suoi capelli: sono corti o lunghi? Soprattutto per un personaggio femminile, sono curati o sciupati? Il personaggio ha il tempo e/o l’interesse per curarli?
  • Osserva la sua età: quanti anni ha? E soprattutto come li ha vissuti? Ha già maturato esperienze importanti nella sua vita o è alla sua “avventura”?
  • Osserva la sua corporatura: è robusta o magra? Fuori forma o atletica? Ha il tempo e/o la voglia di curare la propria forma fisica?
  • Osserva il suo abbigliamento: come si veste? Indossa abiti alla moda o no? Indossa abiti troppo vecchi/giovanili per la sua età?

Vai a fondo in ogni questione e poniti domande successive.

È importante che tu capisca che non tutti questi elementi saranno effettivamente descritti nel tuo libro, ma tu come autore devi individuarli tutti per poter dire di conoscere davvero il tuo personaggio e soprattutto per farlo agire nella storia.

Dal carattere all’archetipo

Dopo aver estrapolato tutti i dettagli possibili dall’osservazione esteriore, puoi passare all’analisi del carattere vero e proprio del tuo personaggio.

Chiediti:

  • È introverso/a o estroverso/a?
  • Risolve i problemi utilizzando l’istinto o la razionalità? O piuttosto li evita?
  • Prende il controllo della situazione o lascia agire prima gli altri?
  • Come vede se stesso/a? Cosa pensa del proprio aspetto fisico?
  • Che rapporto ha con la sua famiglia e/o con la sua famiglia di origine?
  • Quali sono i suoi hobby e le sue passioni? Come sono nate?
  • Chi sono i suoi amici? Come e quando li ha conosciuti?
  • Cosa gli/le piace e cosa no? Cosa lo/la diverte e cosa lo/la annoia?
  • Cosa dicono (o direbbero) gli altri personaggi di lui/lei quando lascia la stanza?
  • Si prende troppo sul serio? Oppure è troppo superficiale?
  • Come ama trascorrere il suo tempo libero? Da solo/a o in compagnia?
  • A cosa tiene di più in assoluto? A cosa non rinuncerebbe mai?
  • Che cosa teme di più in assoluto? Di cosa ha paura?

Queste sono solo alcune domane guida per iniziare il lavoro: prendile come spunto da cui partire, ma poi vai in profondità con ulteriori domande e chiediti il perché di ogni cosa. 

Quando avrai risposto a tutte queste domande, e a tutte quelle che potranno nascere di conseguenza, avrai davvero un quadro completo del carattere del tuo personaggio.

Potrai dire davvero di conoscerlo e di sapere come ragiona e cosa prova.

La figura complessa e completa che otterrai è esattamente ciò che stiamo cercando, cioè un archetipo riempito con il tuo personaggio. O, per dirla in un altro modo, è il tuo personaggio che veste il suo archetipo.

Come vedi fin qui abbiamo solo accennato a quali siano i nomi degli archetipi principali e io mi sono ben guardata dal darti schemi precostituiti. In questo momento, infatti, quello che conta non è che tu sappia i nomi degli archetipi o le loro caratteristiche, ma che tu conosca a fondo il tuo personaggio.

Quando parleremo degli archetipi nel particolare e li analizzeremo a uno a uno, tu potrai facilmente individuare l’archetipo di riferimento per il tuo personaggio perché l’avrai già analizzato e l’abbinamento sarà spontaneo.

Ricordati infine che questo lavoro di analisi di permette di ottenere solo il quadro del tuo personaggio così com’è all’inizio della storia. Il tuo personaggio evolverà, ma solo scattando questa fotografia iniziale tu potrai mettere in scena la sua evoluzione.

Dalle risposte che hai dato alle domande precedenti, infatti, capirai quali difficoltà porre davanti al personaggio, quali sono gli ostacoli più motivanti da mettere lungo la sua strada, gli obiettivi più ambiti a cui farlo tendere, gli incontri più significativi da fargli fare. Potrai quindi impostare nella tua progettazione gli snodi narrativi e potrai immaginare con coerenza quali sono le reazioni del tuo personaggio di fronte a questi punti di svolta.

Del resto, solo sapendo qual è il suo punto di partenza, tu puoi condurre il tuo personaggio lungo il viaggio della tua storia.

Stabilisci il punto di partenza del protagonista. Solo così potrà affrontare il viaggio della narrazione.

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