5 buoni motivi per scrivere la tua autobiografia
3 Dicembre 2015

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Spesso arriva un momento in cui sentiamo il desiderio di ripercorrere con le parole il cammino percorso, per fare un po’ d’ordine dentro di noi, capire chi siamo e come siamo arrivati fin qui.
Quando questo bisogno trova sfogo nella scrittura, ecco che nasce l’autobiografia, il racconto della nostra vita, di tutto quello che abbiamo fatto, amato e sofferto.
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Se anche tu hai sentito questo bisogno, sappi che l’autobiografia è un genere letterario molto nobile e antico.
Non pensare che scrivere un’autobiografia sia un vezzo dei personaggi famosi, o abbia senso solo per chi è anziano o ha avuto una vita rocambolesca. Anche la storia della tua vita può essere interessante se hai vissuto emozioni profonde e sei disposto a raccontarle con sincerità.
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Cosa non è una autobiografia
Prima di tutto bisogna chiarire che un’autobiografia non è la cronaca della tua vita dal momento in cui sei nato al momento in cui decidi di metterti a scrivere. Se così fosse sarebbe molto noioso sia per te che la devi scrivere sia, soprattutto, per i lettori.
In un’autobiografia sei tu a decidere di cosa parlare. Certamente racconterai episodi della tua vita, ma potrai farlo concentrandoti su quelli che riterrai più interessanti.
Potresti, ad esempio, raccontare solo la tua giovinezza, perché è la parte che più ti sta a cuore e di cui hai i ricordi più belli, oppure potresti focalizzarti solo sulla tua vita lavorativa, per raccontare come hai creato dal nulla la tua attività; oppure, ancora, potresti raccontare periodi temporalmente lontani saltando a piè pari gli anni intermedi perché non contengono avvenimenti di rilievo.
Insomma, decidi tu. Quello che conta è che siano messe in scena le emozioni che ti hanno guidato.
Se l’autobiografia non è una sterile cronaca, bisogna anche dire che la scrittura autobiografica non va confusa con la scrittura diaristica.
Un’autobiografia non è la bella copia del tuo diario personale.
Un'autobiografia non è la cronaca della tua vita.
Un'autobiografia non è la bella copia del tuo diario personale.
Un'autobiografia non è la cronaca della tua vita.
Un'autobiografia non è la bella copia del tuo diario personale.
Se sei abituato a scrivere un diario, o se l’hai mai scritto in passato, sai che al diario si confidano i segreti più intimi, spesso però senza dare troppe spiegazioni, perché tanto il diario è l’amico che sa già e non ci sono lettori esterni ai quali dover chiarire le motivazioni di ciò che è accaduto o di ciò che hai provato.
Il tuo diario personale può essere quindi un punto di partenza per la stesura di un’autobiografia, ma questa è prima di tutto un’opera narrativa pensata per un pubblico esterno, che non ti conosce o ti conosce poco, al quale dovrai descrivere i luoghi e i personaggi, spiegare i tuoi pensieri, motivare le tue scelte.
Perché dovresti scrivere la tua autobiografia
Ci sono molti motivi per i quali vale la pena scrivere la propria autobiografia e spesso i motivi espliciti e dichiarati non coincidono con l’esigenza intima che ci spinge davvero a scrivere.
Ecco 5 buoni motivi per cui anche tu dovresti scrivere la tua autobiografia.
1. Lasciare un segno
La motivazione più semplice e immediata per scrivere un’autobiografia è quella di lasciare un ricordo o un segno ai propri cari.
Se hai già una certa età potresti voler fermare sulla carta i ricordi di una vita, prima che la memoria si affievolisca del tutto.
Oppure, se hai dei figli potresti raccontare gli anni in cui erano piccoli, affinché loro possano riscoprire la loro infanzia attraverso i tuoi ricordi.
Ancora, se hai dedicato la tua vita allo sviluppo di una tua azienda, potrebbe essere molto interessante per i tuoi familiari leggere la tua storia e scoprire come hai cominciato la tua attività e quante difficoltà hai dovuto superare.
2. Fare ordine nei ricordi
Voler lasciare un segno significa voler condividere con gli altri i ricordi della tua vita.
Forse però tu credi di non avere ricordi sufficienti o significativi, e che per questo ritieni che scrivere un’autobiografia non faccia per te.
Invece ti sbagli, perché impegnarsi a scrivere un’autobiografia è proprio lo strumento migliore per andare a recuperare i ricordi che sembravano perduti e metterli in ordine.
Potresti spulciare i vecchi album di fotografie di tua madre o della nonna e riscoprire volti e luoghi che avevi dimenticato. Oppure potresti cogliere l’occasione per andare a trovare una vecchia zia e chiederle di raccontarti ancora una volta quell’episodio di quando eri piccolo e avevi fatto ridere tutti.
In fondo in un’autobiografia il protagonista sei tu, ma il racconto della tua storia non può prescindere dalla rete di rapporti familiari e affettivi in cui hai vissuto.
3. Spiegare le tue scelte
Come ho detto si può scrivere un’autobiografia anche selezionando pochi avvenimenti o limitando il racconto a un arco temporale limitato.
Questo avviene soprattutto quando l’obiettivo dello scrivere non è il ricordo in sé ma l’analisi e la spiegazione di alcuni passaggi fondamentali della tua vita.
Ad esempio, se hai deciso di porre fine a un matrimonio o a una lunga relazione potresti scrivere la tua autobiografia per raccontare le tue emozioni e i tuoi stati d’animo e spiegare come sei arrivato a maturare una scelta così difficile.
Oppure, se hai litigato con qualcuno e all’improvviso la tua vita ha preso una direzione diversa da quella che tutti pensavano per te, potresti raccontare la tua verità e dimostrare la logica personale che ti ha mosso.
4. Analizzare il passato per capire il presente
La scrittura è terapeutica, è un atto di riflessione profonda su te stesso e sulla tua vita o quella della tua famiglia. Non per niente molti psicoterapeuti consigliano i propri pazienti di tenere un diario, di raccogliere i propri ricordi e provare a esternare nero su bianco le proprie emozioni.
Raccontando la tua vita scoprirai coincidenze e ricorrenze alle quali non avevi fatto caso prima, analizzando gli avvenimenti del passato ritroverai un filo conduttore che ti accompagnerà fino al presente e darà un senso al tuo percorso.
Non si tratta di una scelta consapevole: raramente chi si accinge a scrivere la propria autobiografia lo fa esplicitamente per capire sé stesso. Ma accade.
Molto più spesso di quanto pensi.
5. Fare pace con te stesso
Come ghostwriter ho scritto molte autobiografie perché l’autobiografia è un genere letterario molto richiesto. Molte persone sentono dentro di sé il desiderio profondo di raccontare la propria vita, ma temono di non avere le competenze o il tempo per fare un buon lavoro e preferiscono affidarsi a un professionista della scrittura.
Ebbene, posso assicurarti che nella maggior parte dei casi chi inizia un progetto autobiografico è convinto di sapere cosa vuole raccontare, da dove vuole partire e dove vuole arrivare, e scopre invece, strada facendo, che la storia, quella che pensava di conoscere così bene perché è la sua storia, assume sfumature inaspettate e apre il campo a nuove interpretazioni.
Scrivere un’autobiografia ti obbliga a fare pace con te stesso e con il tuo passato.
Solo quando ti fermi a riflettere sulla tua vita ne puoi cogliere i nessi e i riferimenti interni profondi. Solo quando osservi il tuo passato nella sua interezza puoi scoprire il senso del tuo percorso, anche laddove prima ti sembrava di aver fatto scelte libere o impulsive. Solo quando hai il coraggio di raccontare le tue emozioni più intime ti metti a nudo davanti a uno specchio e capisci davvero chi sei.
Non ti sembra già questo un motivo sufficiente per metterti subito a scrivere la tua autobiografia?
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Risorse Utili
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Natalina Stufano
Posted at 19:22h, 04 NovembreIn seguito ad un evento tragico ho deciso di scrivere la mia autobiografia, ma qualcuno mi ha consigliato di renderla romanzata, che significa?
Libroza
Posted at 00:57h, 05 NovembreCiao Natalina, un’autobiografia vera e propria non inventa nulla e racconta la vita dell’autore proprio come si è svolta. Magari seleziona solo gli avvenimenti più importanti, perché comunque raccontare tutto sarebbe noioso, ma nulla di quello che viene raccontato è inventato.
Un’autobiografia romanzata, invece, racconta la vita dell’autore come fosse un romanzo, inserendo scene e/o personaggi e/o avvenimenti che nella realtà non sono esistiti, allo scopo di rendere più avvincente la storia.
È come quando vedi un film “tratto da una storia vera”: il nocciolo della storia è una vicenda realmente accaduta, ma poi lo sceneggiatore e il regista si sono presi delle libertà.
Borrelli Carlo
Posted at 17:28h, 06 AgostoSalve, ho quasi completato la mia autobiografia, cercando di seguire i suoi suggerimenti. Mi farebbe piacere, però, avere la sua opinione. In che termini sarebbe possibile?